GEM Italia 2018: gender gap e imprenditorialità femminile

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GEM Italia 2018: gender gap e imprenditorialità femminile

E’ convinzione diffusa che l’Italia sia un Paese dalla grande vivacità imprenditoriale: un’idea che nasce dal grande numero di piccole e medie imprese, ma che non trova purtroppo riscontro nei dati sul peso reale dell’imprenditorialità nella nostra società.

L’indagine GEM, Global Entrepreneurship Monitor, costituisce la più estesa rilevazione internazionale con oggetto l’attività imprenditoriale.: in Italia, l’indagine, coordinata dalla Fondazione Aristide Merloni e dalla Università Politecnica delle Marche, è stata condotta sin dal primo anno, ed è quindi possibile avere una panoramica unica delle caratteristiche e della dinamica dell’attività imprenditoriale nel nostro paese. 

L’analisi svolta su un campione rappresentativo della popolazione adulta, volta a quantificare il livello di attività imprenditoriale e le sue caratteristiche, rileva l’attività imprenditoriale delle persone indipendentemente dal loro stato occupazionale.

Coinvolge quindi sia persone che stanno avviando un’attività in proprio sia dipendenti che stanno sviluppando una nuova attività imprenditoriale per conto dell’organizzazione nella quale lavorano, e ci consente perciò di ottenere una raffigurazione completa dell’attività imprenditoriale presente nel nostro Paese.

Purtroppo, da molti anni il nostro paese è agli ultimi posti della graduatoria per vivacità imprenditoriale della popolazione adulta.

Il basso livello di attivazione imprenditoriale nel nostro paese è ancora più rilevante per le donne: il tasso di attivazione imprenditoriale nel nostro paese è strutturalmente basso.

Questo analisi riporta i dati raccolti dagli esperti del team GEM rispetto al tema dell’imprenditorialità femminile in Italia e del Gender Gap.

L’indagine GEM consente di calcolare i tassi di attivazione imprenditoriale (Total Entrepreneurship Activity, TEA) anche per genere.

In accordo con quanto evidenziato nella maggior parte dei paesi, anche in Italia i tassi di attivazione imprenditoriale sono significativamente più alti per gli uomini rispetto alle donne.

Ad eccezione del 2010, anno nel quale si è assistito ad un crollo della propensione imprenditoriale maschile, in tutto il periodo dal 2007 al 2017 i tassi di attivazione imprenditoriale delle donne risultano circa la metà di quelli osservati per gli uomini.

Per esempio, nel 2017 l’indice TEA maschile è oltre il 6% mentre quello femminile è inferiore al 2,5%.

Analizzando le motivazioni che spingono all’avvio di un’impresa, possiamo notare che la differenza tra uomini e donne riguarda soprattutto l’imprenditorialità per opportunità. Infatti, i valori relativi all’attivazione per necessità non sono lontani fra uomini e donne.

Altra evidenza che emerge dai dati è che la maggioranza delle donne imprenditrici si attiva più tardi rispetto a quella degli uomini: dalle ricerche, sembra emergere che le donne acquisirebbero una maggiore sicurezza nelle proprie capacità imprenditoriali in età più avanzata. Un’altra spiegazione del fenomeno potrebbe essere legata a scelte di natura familiare.

Altra statistica interessante riguarda l’educazione: le donne imprenditrici sono mediamente più istruite degli imprenditori uomini. Mentre è simile la percentuale di laureati fra uomini e donne, è maggiore la percentuale di imprenditrici con un titolo di istruzione superiore.

È possibile anche analizzare le differenze in termini di percezioni individuali per genere. Si può notare come le percezioni relative a capacità, paura di fallire e livello di opportunità presentino andamenti temporali simili tra uomini e donne, nonostante i valori assoluti siano sostanzialmente diversi.

L’evidenza più forte è però relativa alla differenza assoluta tra i valori di uomini e donne. Prendendo il 2017 come anno di riferimento, possiamo notare che mentre il 47% degli uomini teme di fallire, questa percentuale sale al 55% per le donne.

Il 37% degli uomini ritiene le proprie capacità adeguate all’attività imprenditoriale, contro il 24% delle donne. Infine, il 33% degli uomini percepisce opportunità favorevoli all’attività imprenditoriale, a differenza del 25% delle donne.

Al tema dell’imprenditorialità femminile, il GEM ha dedicato un rapporto specifico a livello globale, il Women Entrepreneurship Monitor: la Fondazione Aristide Merloni ha inoltre approfondito la questione dell’imprenditorialità femminile nella nostra regione, nell’ambito del Rapporto annuale sull’Imprenditorialità nelle Marche.